Exchange Student in USA: il mio anno all’estero in una high school americana
Ciao, sono Marta, ho 18 anni e ad Agosto 2021 sono partita per il mio anno all’estero in California. Sono tornata da poco a casa e ancora qualche volta mi domando se tutto quello che ho vissuto sia reale, perché mi sembra proprio di aver vissuto in un sogno.
Ho sentito parlare dell’anno all’estero quando è partita mia sorella per il suo semestre in Australia. Allora io ero al secondo anno di liceo e da quel momento ho contato i giorni fino a quando sarebbe arrivato il mio turno per partire. Dentro di me già sapevo che avrei voluto fare qualcosa di completamente diverso e vivere il cosiddetto “American dream” come Exchange Student in USA.
Subito a settembre della terza liceo ho iniziato a informarmi per il mio anno scolastico all’estero, ma non tutto è stato semplice per via del Covid. Infatti non si era certi né di poter partire né di come sarebbe stato e non nego che avevo un po’ di paura ma non ho smesso di crederci e sono riuscita a realizzare il mio sogno.
I primi step da Exchange Student
Ho scelto il programma Select, che mi ha permesso di scegliere lo stato degli USA sia la scuola. Questa mia scelta era necessaria per poter continuare a studiare anche all’estero la seconda e terza lingua del mio liceo linguistico italiano. Con l’aiuto di Master Studio, ho iniziato a selezionare tutte le scuole che offrivano le materie che mi servivano e, tra queste, c’era la Oak Park High School in California di cui mi sono innamorata all’istante. Un bellissimo campus nelle vicinanze sia dell’oceano a Malibu, sia di una grande città, Los Angeles. Ho subito iniziato a compilare i mille moduli e fare tutto il necessario pre-partenza e in un battito di ciglia ero già sull’aereo che mi ha portato a più di 9mila chilometri da casa.
Una seconda famiglia
La host family mi è stata assegnata il 27 aprile, una data che non scorderò mai: quel giorno ho realizzato che era tutto vero, stavo per partire e dall’altra parte del mondo c’erano delle persone allora sconosciute che mi stavano aspettando per vivere con me questa bellissima esperienza. Era composta da mamma, papà, fratello maggiore (che non viveva più a casa), due cani e un’altra exchange student norvegese. Con lei ho condiviso la stanza e non nego che all’inizio avevo un po’ di timore ma alla fine posso dire che sia stata la cosa che più ci ha fatto legare e non potrei esserne più contenta. Fin da subito abbiamo cercato cose che ci piacevano in comune e abbiamo stabilito delle piccole tradizioni così che, nonostante tutte le cose che c’erano da fare, avevamo sempre un momento ritagliato per stare in famiglia: la mia preferita era la colazione con i pancake la domenica mattina tutti insieme. Vivere con una host family non è stato sempre facile ma con il tempo ho capito che l’importante è la comunicazione: come alcune volte mi capitava di non capirli, viceversa loro potevano non capire me. Parlare anche di quelle piccole cose che possono sembrare delle sciocchezze aiuta tantissimo il legame che si crea.
L’esperienza nella high school americana
Pochi giorni dopo il mio arrivo sono stata catapultata nella realtà scolastica, così diversa da quella a cui ero abituata. I primi giorni ho passato più tempo a cercare le mie classi in giro per il campus che altrove. Devo ammettere che è stato un po’ travolgente ma piano piano mi sono adattata e ho incontrato delle persone che mi hanno aiutato. Ho capito che la scuola negli Stati Uniti non riguarda solo lo studio ma anche lo sport, i club, le amicizie e tanto altro, di conseguenza ho deciso di voler fare parte di tutto questo. Mi sono informata e sono stata in grado di entrare a far parte sia della squadra di pallavolo che di beach volley della scuola e ciò mi ha permesso di conoscere ancora più gente e stringere nuove amicizie.
Per quanto riguarda le materie ho scelto le due lingue di cui avevo bisogno (cinese e spagnolo), matematica, storia americana, medicina dello sport, inglese e ceramica, la mia preferita! Nonostante abbia scoperto di non essere una ceramista mi sono divertita a provare una cosa diversa dal solito che penso sia un po’ la base di questa esperienza.
Al di fuori della scuola e della famiglia, ciò che ha reso la mia esperienza speciale e indimenticabile sono tutte le esperienze che ho vissuto con i miei coetanei. Il giorno dopo il mio arrivo è venuta a trovarmi la mia local coordinator che mi ha detto “Never say no to a safe and fun experience, you can sleep when ur dead” (“Non dire mai di no ad un’esperienza sicura e divertente, puoi dormire quando sei morta). Me la sono stampata nella testa e ne ho fatto tesoro. Non ho mai rifiutato un’esperienza che mi veniva offerta anche se magari non era qualcosa che mi piaceva troppo, ho provato tutto quello che potevo e mi sono divertita in tantissimi modi diversi.
Un anno da Exchange Student in USA è una somma di ricordi bellissimi
Il più bel ricordo che ho è la partita di Powderpuff, ovvero football giocato dalle ragazze. Per due settimane ci siamo allenate con i giocatori della nostra scuola e poi abbiamo giocato contro un’altra squadra di ragazze della classe inferiore alla nostra. Non avrei mai pensato che mi sarei potuta divertire così tanto a giocare a football! Le mie compagne mi hanno anche scelta come capitano della squadra! Tra gli altri ricordi bellissimi sicuramente c’è il Prom che, per come l’ho vissuto io, mi faceva sentire dentro un film: la location era a Hollywood ed ero con tutte le persone che amavo, in un bellissimo abito che ho impiegato mesi a trovare, insomma era tutto perfetto. E come ultimo e conclusivo ricordo la Graduation, ho provato anche io la sensazione di lanciare in aria il cappello che ho impiegato ore a decorare. Era la fine, l’ultimo giorno tutti insieme e, oltre ad essere per i ragazzi americani uno dei giorni più importanti perché avevano appena finito il liceo, per me è stato il momento conclusivo del mio fantastico anno.
Il ritorno a casa: tanti cambiamenti mi aspettano
Ma come tutte le cose belle anche il mio anno si è concluso e guardando indietro non cambierei niente. Adesso in California ho una seconda famiglia e un posto che per sempre sarà casa. In questi dieci mesi sono cambiata tanto, sono cresciuta, maturata e ho capito cosa vuol dire essere veramente felice. Tornare però non è stato facile, anzi, penso sia stato più difficile che partire. Sono tornata ad una realtà che per un anno non ho vissuto in prima persona, dove tante cose sono cambiate, ma soprattutto sono cambiata io. Ho capito che è inutile cercare di far tornare tutto come prima ma è importante invece cercare di ripartire da zero e costruire ricordi con la nuova me e con la nuova realtà che ho trovato qui. Così piano piano mi sto reintegrando, è ancora tutto molto fresco e se ci penso sono felice proprio come lo ero lì. Sto già programmando di tornare e già quest’estate andrò a visitare mia “sorella” in Norvegia così come alcuni dei miei amici mi verranno a trovare, e io non vedo l’ora.